venerdì 1 maggio 2015

“La coscienza dei volti”



Come molte altre persone (credo, spero) ho seguito diligentemente la diretta TV dell’inaugurazione di Expo 2015. Come molte altre persone (da Selvaggia Lucarelli in su...) scrivo qui le mie impressioni, consapevole che saranno destinate a perdersi nel web.

Dunque. Innanzitutto non ho capito come mai, mentre Sky offriva servizi e immagini in diretta ben prima dell’apertura dei cancelli, la RAI proponesse nel frattempo mielose rubriche di vario tipo. Ma vabbè. Poi non ho capito perché le telecamere RAI, dopo che finalmente si era collegata, continuassero a sparare primi piani delle varie Santanché, Boschi, Gelmini e quant’altro invece di offrire in campo lungo un’idea dell’area interessata e della quantità di persone presenti. Persone presenti che, invece di “guardare” ciò a cui partecipavano, erano ben più interessate a “farsi guardare”. Poi ho ricevuto un’impressione pessima dall’atmosfera di disordine, indifferenza, caso e caos che sembrava imperare. Poi ancora ho trovato deprimenti le immagini della bandiera italiana che si alzava su uno sfondo di cavi e tralicci (ma il regista chi era? Topo Gigio?) Infine non ho proprio accettato che l’inno nazionale venisse storpiato (“stringiamoci a coorte, siam pronti alla VITA”): capisco che possa sembrare più bello inneggiare alla vita piuttosto che alla morte, ma un inno nazionale NON si storpia; nessuno mai in America, Francia o Germania oserebbe cambiare in una cerimonia ufficiale le parole dell’inno. Una profanazione.

Però, però... mi è piaciuto il discorso di Renzi (accidenti quanto mi costa ammetterlo...): un Paese, l’Italia, che ha avuto un “vertiginoso passato”...

Soprattutto mi è piaciuto il discorso del Papa: chiaro, breve, efficace, pregnante. Quante cose non dette ma lasciate chiaramente intuire... Già, perché mentre noi stiamo qua a spendere milioni di euro in una expo-fiera-circo sull’alimentazione nel mondo, nel mondo c’è chi davvero, ancora, muore di fame, anche se non riusciamo a rendercene conto, anche se sembra solo retorica il ricordarlo. Sono quei volti, quei volti, l’unica cosa che ha importanza.

Ogni settimana, più o meno, svuoto il frigo di quel che non è più proponibile: pomodori dalla dubbia consistenza, vitello tonnato ammuffito, wurstel ammosciati, yogurt scaduti di quelli che “non ne avevo voglia”...


Non so se andrò a Expo 2015 (l’ennesima, colossale concretizzazione di un sistema mafioso), non credo che cambierò i miei modi, irrazionali e consumistici, di fare la spesa, certo ora sono qui a pensare a quei volti.