giovedì 17 gennaio 2013

Onus animi deponendum est


Hoc tibi soli putas accidisse et admiraris quasi rem novam quod peregrinatione tam longa et tot locorum varietatibus non discussisti tristitiam gravitatemque mentis? Animum debes mutare, non caelum. [...] Quid terrarum iuvare novitas potest? quid cognitio urbium aut locorum? in irritum cedit ista iactatio. Quaeris quare te fuga ista non adiuvet? tecum fugis. Onus animi deponendum est: non ante tibi ullus placebit locus.
                                                                                Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, XXVIII


Credi che questo sia successo solo a te e ti stupisci come se fosse una cosa strana che con un girare così a lungo e con tanta varietà di posti non sei riuscito a scuotere via la tristezza e il peso dell’anima? Devi cambiare il tuo cuore, non cambiare aria. [...] A che può servire andare in terre mai viste? a che l’aver visitato città e paesi? questo sbattersi di qua e di là finisce con l’essere del tutto inutile. Ti chiedi perché questa fuga non ti aiuti? È che fuggi portandoti dietro te stesso. Bisogna liberarsi del fardello che si ha nel cuore: prima di allora, nessun posto riuscirà a piacerti.
(traduzione mia)

                                                                                        

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